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Kintsugi: valorizzare le imperfezioni

La Storia del Kintsugi nella Bellezza Giapponese

Il Kintsugi, una tecnica giapponese di restauro della ceramica, non è solo un’arte visiva, ma rappresenta una profonda filosofia che ha influenzato vari ambiti della cultura nipponica, inclusa la concezione della bellezza.

Nato nel XV secolo, durante il periodo in cui la cerimonia del tè si stava diffondendo in Giappone, il Kintsugi racconta una storia di riparazione e di trasformazione.

La nascita del Kintsugi: una leggenda d’oro

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Secondo una leggenda, lo shogun Ashikaga Yoshimasa inviò la sua tazza da tè preferita in Cina per essere riparata, ma il risultato fu deludente.

La riparazione tradizionale cinese utilizzava graffette metalliche che lasciavano la tazza esteticamente compromessa. Insoddisfatto, lo shogun chiese ai ceramisti giapponesi di sviluppare una nuova tecnica che fosse più raffinata e funzionale.

Nacque così il Kintsugi, che prevedeva l'uso della lacca urushi e della polvere d'oro per sigillare e decorare le fratture, trasformando la tazza in un’opera d’arte unica.

Il termine "Kintsugi" significa letteralmente "riparare con l'oro," ma il suo significato va ben oltre il semplice gesto fisico di riparazione.

È una metafora per la vita, un modo di accettare e valorizzare le imperfezioni, che si ispira alla filosofia giapponese del Wabi Sabi. Questa visione del mondo celebra la bellezza dell'imperfezione, della transitorietà e dell'incompletezza.

Mentre la cultura occidentale tende a nascondere i difetti e a idealizzare la perfezione, il Kintsugi abbraccia le crepe, mostrando che le cicatrici, sia fisiche che emotive, possono essere fonte di forza e bellezza.

Kintsugi e la Filosofia della Bellezza Giapponese

Nel contesto della Japanese Beauty, il concetto di Kintsugi si fonde armoniosamente con la cura della pelle e della persona.

La filosofia del Wabi Sabi, alla base del Kintsugi, esalta valori come l'asimmetria, la semplicità e l'armonia naturale. Questi principi trovano un'eco profonda nella routine di skincare giapponese, che non mira alla perfezione immediata, ma al benessere olistico e duraturo.

Mentre in Occidente spesso si è ossessionati dalla perfezione estetica, con prodotti che promettono risultati rapidi e drastiche trasformazioni, la filosofia giapponese si concentra sul miglioramento progressivo e sull'accettazione della propria pelle in tutte le sue fasi.

La skincare giapponese promuove una bellezza naturale e autentica, che si sviluppa attraverso una cura costante e rituali che rispettano il ritmo della natura.

Applicazioni del Kintsugi nella Skincare

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Applicare il concetto di Kintsugi nella skincare significa accettare le imperfezioni e trattare la pelle con rispetto e delicatezza, piuttosto che cercare soluzioni rapide e invasive.

Proprio come le crepe di un vaso riparato con l'oro non sono più viste come difetti, ma come segni unici della sua storia, la skincare giapponese insegna a vedere i segni del tempo o le piccole imperfezioni della pelle come parte del percorso di vita.

Il Kintsugi nella bellezza moderna si riflette in pratiche di self-care che non nascondono i segni di stress, età o stanchezza, ma li curano con pazienza, usando prodotti naturali che favoriscono il rinnovamento senza alterare la natura della pelle.

Questo approccio è in netto contrasto con il desiderio di cancellare ogni traccia di imperfezione, che spesso domina la mentalità occidentale.

Eau de Ki: l’elisir di bellezza

A coronamento della filosofia del Kintsugi nella bellezza giapponese, l’Eau de Ki riflette la profonda tradizione giapponese, con una formulazione centenaria composta da ingredienti naturali, che rispettano i ritmi e le necessità della pelle.

Prodotto dall'azienda giapponese Sankodo, Eau De Ki è il risultato di un antico sapere trasmesso di generazione in generazione, che unisce l'energia vitale (Ki) e l'acqua, i due elementi fondamentali della vita nella visione giapponese.

La particolarità di Eau de Ki risiede nella sua formulazione: un mix di otto piante della medicina tradizionale orientale e quattro piante officinali occidentali, che vengono infuse secondo una tecnica simile a quella utilizzata per la produzione del sakè.

 

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Questo lungo processo di fermentazione permette agli ingredienti di liberare tutto il loro potenziale, creando una sinergia perfetta che aiuta la pelle a rigenerarsi naturalmente​

Non si tratta di nascondere le imperfezioni, ma di riportare la pelle al suo stato più sano e luminoso.

EAU DE KI Sankodo elisir meraviglioso

 

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Accettare le imperfezioni

In un mondo che ci impone standard elevati di bellezza e perfezione, il Kintsugi ci ricorda che ogni cicatrice, visibile o invisibile, è parte della nostra storia. Accettare le imperfezioni, nella pelle come nella vita, ci permette di abbracciare l'autenticità e l’unicità del nostro percorso.

La skincare non dovrebbe essere solo una questione di miglioramento estetico, ma un rituale di cura e accettazione di sé.

Seguendo l’esempio del Kintsugi, possiamo iniziare a vedere le nostre imperfezioni non come difetti da correggere, ma come segni della nostra resilienza e bellezza personale.

 

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